In occasione della Giornata Internazionale della violenza sulle donne, il plesso di Bagnolo del Salento ha partecipato alla manifestazione organizzata dall’Amministrazione comunale in accordo con il Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze.
Un corteo è partito da piazza San Giorgio alle ore 15:00 per raggiungere l’edificio scolastico dove è stata collocata una panchina rossa, divenuta oramai simbolo del femminicidio. Essa mantiene viva una presenza e trasmette la memoria delle donne vittime di femminicidio e restituisce loro, simbolicamente, il posto che prima occupavano.
Tutti gli ordini di scuola hanno partecipato all’evento con attività di riflessione e approfondimento sull’argomento. La scuola ricopre un ruolo molto importante nell’educazione delle future generazioni. L’abitudine all’ascolto, all’empatia, al rispetto, soprattutto se promossi sin dalla tenera età prevengono fenomeni di discriminazione ed esclusione e favoriscono la capacità di stare in una relazione in cui la forza personale non si traduce e non si esprime nel dominio sull’altro. Questa disuguaglianza ha una matrice socio-culturale basata sugli stereotipi di genere. Stereotipi e pregiudizi, infatti, condizionano pensieri ed azioni, costituiscono i mattoni con cui vengono costruiti i muri che separano le persone, impediscono la reciproca conoscenza e rappresentano un ostacolo alla libera espressione di pensieri, emozioni, convinzioni personali, contribuendo a costruire una società basata sui limiti imposti da una rigida definizione dei ruoli, che rappresenta un terreno di facile sviluppo di comportamenti violenti. È necessaria una destrutturazione dei ruoli e delle relazioni basate su stereotipi per poter costruire una società più sana e giusta.
Giornate come questa aiutano a focalizzare l’attenzione su un problema che dilania la società, ma l’impegno deve essere continuo e costante non circoscritto ad una sola giornata. Gli alunni hanno preso parte a questa iniziativa con rispetto e impegno, nonostante il vento freddo e la minaccia di pioggia.
Maria Teresa Pati
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